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“2000-2025 LA RICERCA” – Mostra fotografica di Sauro Marini
Galleria Papini, Via Bernabei 39 (Arco de Garola), Ancona
Da sabato 4 ottobre a domenica 19 ottobre Aperto da giovedì a domenica ore 17,30/19,30 – Su appuntamento 3896655152

“Sauro Marini 2000-2025 La ricerca”
Presentazione di Claudio Desideri

Cercare, cercare, cercare ancora. È la forza che anima l’evoluzione umana in ogni ambito, la stessa che ha portato Sauro Marini a trovare nelle luci e nelle ombre delle immagini il modo di condividere le emozioni.
“Le forme sono concetti” ha detto Rudolf Arnheim, uno dei più seri teorici delle arti visive. Ed è anche tutto il significato e il senso delle sperimentazioni ricercate da Marini: trovare il momento perfetto fra il concetto e la rappresentazione formale. Potrebbe sembrare semplice ma non lo è se sensibilità e creatività non hanno portato all’intuizione, alla capacità di rispondere all’autentica sperimentazione con il fine ultimo di mostrare l’intima natura dell’opera.
Questa mostra racconta “la ricerca” che Marini ha svolto per decenni non solo nella rappresentazione formale ma anche nella sperimentazione di strumenti che nel tempo hanno modificato il modo di “fotografare”.
Così Marini ci presenta una città che riconosciamo in immagini che se pur vere non ci appaiono come sono e sembrano mutare al minimo filo di luce. E poi l’amato Porto, con le sue tute azzurre, il lavoro, l’umanità. Non la riproduzione, quella che serve solo a riempire i depliant turistici, ma la “realtà” quella che consente di mettere in moto i complessi meccanismi del pensiero, ad interrogarci, di cercare spiegazioni, di riflettere. La politica, nelle pieghe del viso di uomini e donne dove l’ombra diviene l’indice delle emozioni e della realtà di vita. Marini nella sua ricerca interpreta poi il messaggio culturale legato agli edifici sacri anconetani. Una sfida con la luce che dimostra la sua passione per il “particolare”. Quello che non va interpretato ma riscoperto nella sua apparente e concreta realtà. Talmente reale da aspettarci che da un momento all’altro quelle spirali si srotolino e quei visi si girino verso di noi. Quella stessa realtà, mai modificata, delle opere d’arte di Valeriano Trubbiani e di Sanzio Blasi, che Marini affronta con la tecnica del bianco e nero.
Lo studio della forma consente agli oggetti di essere riconosciuti senza imporci interrogativi sulla loro collocazione nel mondo rendendo l’oggetto stesso protagonista assoluto. Il movimento è forse il tema più ricorrente nelle sue immagini. Un filo con cui Marini unisce, con allegra ironia, tutta la sua ricerca in un confronto con la vita che mai è scontata nella profonda scienza della percezione visiva.
Le forme non appartengono solo alla geometria. Sono veri concetti.